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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), IX, 15
 
originale
 
15. Talis illa mulier miro me persequebatur odio. Nam et antelucio, recubans adhuc, subiungi machinae novicium clamabat asinum et statim, ut cubiculo primum processerat, insistens iubebat incoram sui plagas mihi quam plurima irrogari, et cum tempestivo prandio laxarentur iumenta cetera, longe tardius applicari praesagio iubebat. Quae saevitia multo mihi magis genuinam curiositatem in suos mores ampliaverat. Nam et assiduo plane commeantem in eius cubiculum quendam sentiebam iuvenem, cuius et faciem videre cupiebam ex summo studio, si tamen velamentum capitis libertatem tribuisset meis aliquando luminibus. Nec enim sollertia defuisset ad detergenda quoquo modo pessimae feminae flagitia. Sed anus quaedam stuprorum sequestra et adulterorum internuntia de die cotidie inseparabilis aderat. Cum qua protinus ientaculo ac dehinc vino mero mutuis vicibus velitata scaenas fraudulentas in exitium miserrimi mariti subdolis ambagibus construebat. At ego, quanquam graviter suscensens errori Photidis, quae me, dum avem fabricat, perfecit asinum, isto tamen vel unico solacio aerumnabilis deformitatis meae recreabar, quod auribus grandissimis praedibus cuncta longule etiam dissita facillime sentiebam.
 
traduzione
 
Ebbene costei mi odiava ed era la mia persecuzione. Infatti cominciava a gridare che mettessero alla macina l'asino novizio, fin dal letto, che non era ancora spuntato il sole e appena usciva dalla stanza mi si piantava davanti e ordinava che mi si desse una buona dose di legnate; quando poi per l'ora del pasto gli altri animali venivano staccati, disponeva che io fossi portato alla greppia molto pi? tardi. Questa sua malvagit? aveva accresciuto la mia naturale curiosit? di indagare un po' nelle sue abitudini. Io gi? m'ero accorto che un giovanotto, spesso e volentieri, s'infilava nella sua camera, ma ora ero proprio curioso di vedere che aspetto avesse: bastava che la benda stretta attorno al capo mi avesse lasciati almeno per un attimo liberi gli occhi, dal momento che non mi mancava davvero l'accortezza di scoprire le infamie di quella detestabile femmina. Intanto c'era una vecchia che le stava tutto il giorno appresso, una che le procurava i clienti e le portava le ambasciate. Era con questa che quella femmina, fin dal mattino, a colazione, cominciava a bere, di quello schietto e, gi? il primo, gi? il secondo, finivano col macchinare con un'astuzia feroce, i loro perfidi imbrogli ai danni del povero marito. C'? da premettere che io, quantunque ce l'avessi con Fotide perch? invece di farmi diventare uccello mi aveva fatto asino, pur tuttavia in questa mia disgraziata metamorfosi una consolazione almeno ce l'avevo: quella cio? d'avere delle orecchie grandissime, grazie alle quali potevo facilmente udire tutto anche a una certa distanza.
 

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